jueves, 25 de marzo de 2010

Così si balla il tango

Así se baila el tango en italiano

Incontro che inizia con uno sguardo, continua in un abbraccio e culmina nel ballo. Combinazione di esperienza e creatività, equilibrio e sensibilità, comunicazione appassionata e timida seduzione.
Il grado di coinvolgimento si concorda quando ci si abbraccia, senza parole. La vicinanza, l’apile , il contatto delle teste, la pressione del braccio di lui che cinge la vita della ballerina, il peso del braccio della donna che gli attornia il collo. Un braccio che può essere avvolgente, carezzevole, oppure appoggiarsi alla spalla, sfiorandola appena con la mano.
Lui definisce la lunghezza dei passi e l’intensità del movimento a partire dalla salida . Lei accetta la scommessa e risponde dosando adeguatamente la sua energia.
Ballano insieme condividendo spazi pieni e vuoti. Ascoltano il corpo dell’altro, ne indovinano i piedi, ne percepiscono l’emozione, che a volte è timore, a volte sorpresa. Si confidano il proprio vissuto attraverso un dialogo intimo fatto di domande e risposte. A volte una supplica, un patto, una necessità. Altre volte un dubbio, la cautela, la diffidenza.
Qualche ballerina “anticipa” e risponde prima che l’uomo abbia finito di formulare la sua domanda, oppure lo lascia senza risposte. Qualche uomo si esprime con difficoltà o indecisione. Lei dovrà tradurre, ma capirà soltanto con una decina di secondi di ritardo, quindi rimarrà in tensione, si stancherà di più e si divertirà meno.
Non si guardano e non parlano. Se sono necessarie le parole significa che il linguaggio dei corpi sta fallendo. Lei non prende iniziative, aggiunge soltanto qualche “capriccio” che non alteri la continuità dello spostamento. Percepisce l’intenzione e ritarda appena, per creare aspettativa, soltanto una lieve tensione che attesti che lei c’è, che è presente, che lui non sta ballando da solo.
In quanto a gestione del tempo, nel tango come nella vita, la donna ha un unico potere sull’uomo: frenarlo, non fargli mai fretta. E’ quella la sua arte. L’uomo avanza e la donna oppone resistenza, sebbene senza troppa convinzione.
Milonguero autentico, non ha nemmeno bisogno di marcar. La stringe saldamente tra le braccia e la culla sul suo petto. La appoggia su di sé e la porta, “addormentata”, guidandola con il mantice ritmato del suo stesso respiro.
Sembrano uno solo, corpo e anima. Dicono che per ballare il tango si debba essere in due. Ma due non bastano. L’uomo e la donna, in questo rituale, ballano accompagnati.
Ballano con la musica, romantica o ritmata. Con lo stile inconfondibile di ogni orchestra, guidati dal ritmo o dalla melodia, dal bandoneón o dal violino. Ballano con il cantante, che sussurra all’orecchio ritagli di sogni o di incubi. Ballano con sé stessi, con i propri sentimenti, con il corpo, con l’udito che traduce la musica in movimento.
Le coppie si muovono in circolo, dando vita a un grande coro che amplifica le energie. Ballano con il pavimento, che custodisce le vibrazioni degli altri ballerini, e ripagano con carezze il suo sostegno. Ballano con lo sguardo esterno del pubblico, reale o immaginario, che li protegge e li approva.
Sottile equilibrio di relazioni dove nessuno dovrebbe avere il sopravvento. L’egoista, che balla da solo, priva il compagno della tanto anelata unione. La coppia che si isola, finisce per rimanere in disparte, perdendo l’opportunità di condividere il fuoco sacro degli altri e di contribuire alla danza tribale con il suo entusiasmo. Chi balla soltanto per esibirsi tradisce l’intimità.
Ma quando tutte le componenti partecipano con la stessa intensità, l’unione è perfetta. Mistero dei corpi in armonia, magia del tango che li conduce all’estasi, emozione assoluta, anima e corpo. Convivono così, palpitando all’unisono “sentendo sul viso il sangue che sale a ogni battuta”, “mescolando l’alito”, “chiudendo gli occhi per sentire meglio”1.
Per una contraddizione assurda, desiderano che il tango continui per sempre ma anche che finisca presto, temono che un’errore possa spezzare l’incantesimo.
Suona l’ultima nota, restano abbracciati ancora per qualche istante. Quando l’esperienza è straordinaria, le parole sono di troppo, si guardano quasi con pudore, o non si guardano affatto, commossi e spaventati da un simile smarrimento.